Agenzia Immobiliare Forte Dei Marmi Villas

La legge di stabilità 2017 ha introdotto importanti novità per il settore immobiliare e la casa in particolare. Dalla proroga dei bonus ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche,

 

 

Mercato Immobiliare a Forte dei Marmi

giovedì 15 febbraio 2024  

Forte dei Marmi, con una popolazione di 6.879 abitanti, è un comune della provincia di Lucca. Dista circa 28 Km da Lucca.

Dal punto di vista immobiliare le zone più importanti, in temini di numero di annunci pubblicati, sono le seguenti: Vittoria Apuana, Roma Imperiale, Vaiana.
In assoluto la zona più presente negli annunci immobilari è Vittoria Apuana con oltre 1.127 annunci immobiliari complessivi tra affitto e vendita attualmente presenti.

E' una città importante dal punto di vista immobiliare nel panorama provinciale e circa il 15% di tutti gli annunci immobiliari della provincia sono relativi alla città.

In totale sono presenti in città 6.961 annunci immobiliari, di cui 4.051 in vendita e 2.910 in affitto, con un indice complessivo di 1011 annunci per mille abitanti.

Secondo i dati dell' OMI, il prezzo degli appartamenti nelle diverse (5) zone a Forte dei Marmi è compreso tra 2.505 €/m² e 9.050 €/m² per la compravendita e tra 6,1 €/m² mese e 23,3 €/m² mese per quanto riguarda le locazioni.

Il prezzo medio degli appartamenti in vendita (8.280 €/m²) è di circa il 258% superiore alla quotazione media regionale, pari a 2.310 €/m² ed è anche di circa il 189% superiore alla quotazione media provinciale (2.860 €/m²).
La quotazione dei singoli appartamenti in tutto comune a Forte dei Marmi è più disomogenea della media: nel 60% dei casi è comunque compresa tra 4.450 €/m² e 11.950 €/m².

Forte dei Marmi ha un prezzo medio degli appartamenti in vendita di circa 8.280 €/m², quindi circa il 50% in meno rispetto ai prezzi medi a Portofino (GE) e circa il 3121% in più rispetto ai prezzi medi a Bompietro (PA), che hanno, rispettivamente, i prezzi più alti e più bassi in Italia, tra le città minori, con meno di 10.000 abitanti.

 

 

Densità degli annunci immobiliari nelle diverse zone

 

Se il mercato immobiliare sembra ormai fuori dalla crisi

, resta da capire quali saranno le dinamiche per l’anno appena iniziato. Secondo gli esperti, le prospettive sono rosee, ma bisogna essere prudenti. Ecco qui di seguito i pronostici di Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio Studi del gruppo immobiliare Tecnocasa.

    • Continuano a crescere le compravendite. “Il 2017 – spiega Megliola –chiuderà intorno alle 550mila compravendite, a dimostrazione di un assestamento del mercato”. E per il 2018 il trend dovrebbe continuare con un aumento tra il 2 e il 4%. Il rischio è che questa crescita venga rallentata a causa di un nuovo aumento dei prezzi: molti proprietari stanno iniziando a immettere sul mercato immobili a cifre troppo distanti dal reale valore di mercato.

    • Proprio a proposito di prezzi, Tecnocasa si aspetta una sostanziale stabilità. I valori potrebbero aumentare in alcune grandi città. “Ma ci aspettiamo, al massimo, – affermano dal gruppo immobiliare - un aumento dei valori immobiliari tra lo 0 e il 2%”.

    • Nel 2017 sono diminuite le tempistiche di vendita. “Questo perché se il prezzo è giusto, l’immobile si vende velocemente. I tempi di vendita nelle grandi città sono di 141 giorni, nei capoluoghi di provincia di 167 giorni e nei comuni dell’hinterland delle grandi città di 162 giorni”, afferma Megliola.

    • La domanda è in crescita, sia sul segmento della prima casa, sia sul segmento degli investitori, quest’ultimo in netta ripresa, e la tipologia più richiesta è il trilocale, seguito dagli immobili con quattro stanze. 

    • Il mercato delle locazioni nel 2017 ha registrato una ripresa dei canoni, la domanda è stata sostenuta. “Per il 2018 ci aspettiamo una sostanziale tenuta dei canoni con lievi aumenti nelle metropoli”, commenta Megliola. Continua l’ascesa del contratto a canone concordato che conferma così il suo appeal tra proprietari e inquilini.

    • Nel 2018, secondo Tecnocasa, la vivacità che ha interessato le metropoli durante il 2017, potrebbe estendersi anche ai capoluoghi di provincia e all’hinterland delle grandi città. Anche qui la ripresa si sta facendo più concreta. 

  • Le nuove costruzioni iniziano a ripartire e si nota interesse per gli edifici che rispettano i criteri di efficienza energetica e quelli antisismici. La possibilità di risparmio nel tempo, che queste tipologie di immobili offrono, iniziano a essere comprese dai potenziali acquirenti.

 

 

 

 




Con uno sprint finale dovuto alle dimissioni dell'ex premier Matteo Renzi, a dicembre il Parlamento ha dato il via libero definitivo alla legge di stabilità per il 2017. La manovra economica del 2017, ormai divenuta legge, contiene delle importanti agevolazioni che interesseranno chi nel corso di quest'anno deciderà di acquistare, ristrutturare o mettere in sicurezza una casa. Vediamo quali sono le misure già esistenti che sono state prorogate e le novità.



Il 2017 appena iniziato porterà importanti novità per chi vuol accendere un mutuo. Dalle nuove tutele per i consumatori ai cambiamenti che potrebbero interessare i tassi di interesse. Vediamo quali sono gli scenari che si aprono per gli aspiranti mutuatari secondo l’analisi dei portali mutui.it e facile.it.
  • Nuove tutele per I consumatori: sono entrate in vigore a luglio, ma operative sono da poche settimane, le norme contenute nel decreto attuativo della direttiva europea sui mutui. Sul cammino di una sempre maggiore trasparenza del rapporto tra mutuatario e banca, sarà obbligo di quest’ultima fornire un “prospetto informative europeo standardizzato” che garantisca la possibilità di confrontare le diverse offerte presenti sul mercato.
  • Tassi di interesse – La Bce ha confermato di voler continuare con il programma di Qe e di tassi ai minimi, una situazione che potrebbe continuare a tenere bassi anche I tassi di interesse sui finanziamenti per l’acquisto di una casa. Ma secondo gli esperti, a fronte di un euribor che dovrebbe rimanere basso ancora per un paio di anni, si sta già assistendo a una lenta risalita dell’Euris a dieci anni (il paramentro di riferimento per i mutui a tasso fisso) che ha guadagnato da luglio oltre 40 punti base.
  • Inoltre va considerate ciò che sta accadento in America, dove la Fed ha deciso un rialzo del costo del denaro, che insieme all’elezione di Trump e alla probabile politica espansiva che ne deriverà, potrebbe avere un effetto contagio anche in Europa e portare a politiche più restrittive (e quindi a un rialzo dei tassi) anche nel vecchio continente. Da quest’anno probabile anche un ritocco al rialzo degli spread applicati dalle banche, con conseguente frenata del mercato delle surroghe.
  • Resta in vigore anche quest’anno, perché prorogato dalla legge di stabilità, il fondo mutui giovani coppie, nato già nel 2011 e che consente l’accesso a un mutuo agevolato alle coppie sposate o coppie di fatto con almeno un componente minore di 35 anni. Accesso al credito anche a chi non ha un lavoro a tempo indeterminato grazie alla garanzia statale sul 50% della quota capitale del finanziamento richiesto.

 

 
Immagine  - Agenzia delle Entrate: nel 2015 vendute 449.000 case, il 6,5% in più dell'anno precedente




Il mercato immobiliare subisce di continuo oscillazioni, gli alloggi in vendita stentano a trovare l’acquirente e i tempi si allungano sempre più...

Ecco 3 regole da seguire per VENDERE BENE e in fretta una CASA:

  1. DARE IL GIUSTO VALORE ALL’IMMOBILE
    Un professionista è in grado di valutare un appartamento in base a molti fattori (zona, metratura, condizioni dell’alloggio ecc.) e di fissare un prezzo equo. Un prezzo di partenza troppo alto rischia di rendere la compravendita lunga e incerta.

  2. ESALTARE TUTTI I PREGI DELL’APPARTAMENTO
    Una descrizione precisa degli ambienti che metta in risalto gli aspetti positivi dell'alloggio, ancor meglio se accompagnata da immagini significative, può portare il cliente a farsi un'idea precisa già alla vista dell'annuncio.

  3. PRESENTARE AL MEGLIO L'ABITAZIONE
    La casa va mostrata ben pulita e in ordine, con un arredo sobrio che ne faccia percepire tutte le potenzialità. Sono da evitare le foto di ambienti con mobilio vecchio o senza arredamento.



          Anche nei primi mesi dell'anno in corso si conferma la lenta ripresa del mercato immobiliare

Il triennio 2016-2018 si presenta come un periodo di crescita delle transazioni favorito da una certa stabilità dei prezzi nei primi due anni e da una risalita dei valori a partire dal 2018. A dirlo è il rapporto di Yard, società di servizi e valutazioni immobiliari, con la collaborazione del Censis, che per le sue elaborazioni ha utilizzato il Rei, Real Estate Italia Idex.

Ciò che ci aspetta nel prossimo triennio è inanzitutto una normalizzazione e, necessaria modernizzazione, del real estate italiano, basate su un più avanzato rapporto tra domanda e offerta. Il consumo abitativo risponderà sempre più alle effettive esigenze dei diversi segmenti sociali.

Compravendite e prezzi seguiranno una tendenza che vedrà la crescita delle prime e una sostanziale stabilizzazione dei secondi, che torneranno ad aumentare solo nel 2018. In altri termini al "surriscaldamento" della domanda seguirà il "riscaldamento" dei valori, destinati poi a ritornare a seguire un trend cogruente con quello di lunga periodo. Si stima, infatti, che i prezzi possano segnare un nuovo massimo intorno al 2024 superiore a quanto raggiunto in precedenza.

Il decreto sblocca Italia è legge: il testo completo in gazzetta ufficiale


ormai non più circoscritta al residenziale. Ma fattori critici, come la debolezza socioeconomica, il peso dei no performing loans e l’attenuazione di interesse degli investitori corporate stranieri, potrebbero rallentare significativamente il recupero. A dirlo è il 1º Osservatorio Nomisma del 2016.

 

Nei primi mesi dell’anno hanno trovato conferma i segnali di lenta ripresa del mercato immobiliare italiano con i quali si era chiuso il consuntivo dell’anno 2015. La fase negativa dell’attuale ciclo immobiliare si è esaurita e ha preso avvio il “recupero” anche se, come racconta la storia immobiliare italiana, i tempi della svolta tendono continuamente a dilatarsi”

 

Seppure la ripresa in atto mostri evidenze di consolidamento, non mancano i fattori potenzialmente critici. L’ulteriore indebolimento del quadro macro-economico, l’ampliamento dell’eccesso di offerta derivante da un’accelerazione nel processo di cessione delle garanzie immobiliari alla base dei non performing loans e un’attenuazione di interesse degli investitori corporate stranieri per il nostro Paese, sono i fronti da cui potrebbe scaturire un rallentamento – anche significativo – del processo di graduale risalita.

Analisi delle città intermedie

L'Osservatorio Immobiliare 2016 di Nomisma ha monitorato, tra l’altro, il mercato delle 13 città intermedie: Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona

Le tendenze dei mercati cosiddetti “intermedi” mostrano segnali più positivi rispetto a quelli delle grandi città – ad esclusione di Milano e Roma che sembrano anticipare tali inclinazioni. Si assiste all’aumento degli scambi, alla riduzione degli sconti praticati sui prezzi richiesti e allo stabilizzarsi dei tempi necessari alla vendita. L’esiguità dell’offerta di qualità disponibile nei mercati maggiori (si consideri che il 52,8% delle abitazioni italiane ha più di 40 anni) ha contribuito al parziale spostamento degli investitori verso i mercati di secondo livello.

Il non residenziale

Nel segmento degli immobili destinati alle attività economiche, all’incremento del 2014 ha fatto seguito la stabilità del numero di contratti stipulati nell’anno successivo (44.319 compravendite).

Le componenti che contribuiscono ad un’inversione di rotta nel non residenziale sono i negozi, e in parte – limitatamente al 2014 – i capannoni per l’industria. Il segmento terziario soffre ancora di scarso interesse, sia nei mercati maggiori che in quelli minori, oltre ad essere caratterizzato da una domanda molto selettiva interessata quasi esclusivamente ad alcuni mercati metropolitani, in particolare Milano, Roma e, in misura minore, Torino e Firenze.

Ritorna l’interesse per la proprietà dell’abitazione, che continua ad essere favorito da una minore selettività da parte del settore bancario riscontrabile nella quota di  mercato assistita da mutuo. I mercati intermedi detengono il primato in termini di incidenza delle compravendite intermediate sostenute da credito che si attestano intorno al 70% rispetto al 60% dei mercati metropolitani.

Ulteriore calo dei prezzi

La tendenziale ripresa del mercato è stata sostenuta dall’ulteriore calo dei prezzi, seppure in progressiva riduzione rispetto al passato. A questo proposito – come si legge dal rapporto – i valori dei mercati intermedi presentano una minore resistenza all’innesco della ripresa. L’ultima variazione annuale dei prezzi (2016/2015) è risultata compresa tra il -3,5% dei capannoni e il -1,5% delle abitazioni nuove. Le abitazioni usate, gli uffici e i negozi hanno fatto registrare flessioni del 2%, 2,1% e 2,3%.

In un confronto tra i 13 mercati intermedi e quelli maggiori, si segnalano tempi di vendita più lunghi (8,7 mesi in media per le abitazioni) e sconti più sostenuti nel primo gruppo di mercati, non si ravvisa anche in questo caso un’intensificazione del miglioramento in atto.
Il 2015 si chiude con più rosee prospettive per il mercato immobiliare italiano
, che ha visto crescere del 6,5% le compravendite e i prezzi rallentare la loro parabola discendente. Il ritorno della fiducia tra gli italiani, la voglia di acquistare casa, ma soprattutto la ripresa dell’erogazione del credito e il basso livello dei tassi di interesse stanno contribuendo a indirizzare il mercato della casa verso l’uscita dalla crisi più lunga che abbia mai vissuto.

Secodo l'analisi dell'Ufficio Studi di Tecnocasa, relativa al secondo semestre del 2015, un ruolo cruciale per il raggiungimento della stabilizzazione dei valori sarà data dalla corretta valutazione degli immobili che sta consentendo e consentirà in futuro di far incrociare più facilmente domanda ed offerta. Nel secondo semestre del 2015 i valori immobiliari sono in diminuzione in tutte le realtà territoriali considerate. Nelle grandi città la contrazione è stata dell’1,8%, nei capoluoghi di provincia dell’1,5% nell’hinterland delle grandi città del -2,5%. Tra le grandi città ancora una volta il miglior risultato spetta a Firenze che chiude con +0,1%, seguita da Verona con -0,5% e, a seguire, Milano e Bologna con -0,8%.

Le aree periferiche delle grandi città hanno perso più di quelle semicentrali e di quelle centrali che, ancora una volta, hanno performato decisamente meglio. L’analisi per aree geografiche vede invece i capoluoghi del Sud Italia chiudere il semestre con -1,1%, seguiti dai capoluoghi del Nord con -1,6% e da quelli del Centro Italia con -2,0%. Ad eccezione dei comuni dell’hinterland, nelle altre realtà il risultato è migliorativo rispetto allo scorso semestre.

L’analisi delle compravendite  evidenzia che il 76,4% ha interessato l’acquisto dell’abitazione principale, il 16,2% l’acquisto ad uso investimento e il 7,4% la casa vacanza. In aumento rispetto al semestre scorso la percentuale di coloro che hanno acquistato la casa vacanza. 

L'analisi di domanda e offerta

Nelle grandi città c'è un aumento della concentrazione su trilocali, quattro locali e cinque locali confermando un trend in atto ormai da semestri: il ribasso dei prezzi ha reso più accessibile l’acquisto dei tagli più grandi. Nelle grandi città il trilocale è la tipologia più richiesta con il 37,5% delle preferenze, seguito dal bilocale con il 25,1%. Il bilocale è la tipologia più richiesta a Milano (dove la concentrazione del trilocale si è avvicinata molto a quella del bilocale) e a Napoli.

Lo stesso trend si registra negli altri capoluoghi di regione dove il trilocale raccoglie poco più del 50% delle richieste. L’analisi della disponibilità di spesa vede un incremento della percentuale sulle fasce di spesa più basse, fino a 169 mila €, indice questo che aumenta chi vuole destinare meno capitale all’acquisto dell’immobile. Lo stesso fenomeno si registra nei capoluoghi di regione. L’analisi dell’offerta nelle grandi città vede prevalere il trilocale con il 35,6%, a seguire il quattro locali con il 23,7% ed infine il bilocale con il 23,1%.

Nel secondo semestre del 2015 i canoni di locazione delle grandi città segnalano una relativa stabilità con un ribasso dello 0,3% per i monolocali ed un aumento dello 0,2% e dello 0,7% per i bilocali e per i trilocali. Per quanto riguarda le motivazioni dell’affitto vediamo che al primo posto c’è la scelta abitativa con il 57,5%, seguita da esigenze di lavoro con il 36,1% e di studio con il 6,4%. Interessanti i dati sulla tipologia di contratto di locazione più stipulato che vede in continua ascesa il ricorso al canone concordato (20,3%).

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